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Ricordiamo Gina Negrini

21 novembre 2025dalle 18:30 alle 20:30
Serata dedicata alla partigiana, pittrice e scrittrice a 100 anni dalla nascita

Descrizione

Ricordiamo Gina Negrini
Rassegna "I Venerdì della Biblioteca"
Gino Negrini: 100 anni dalla nascita e 80 anni dalla Liberazione

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Gina Negrini, nostra concittadina e a 80 anni dalla Liberazione, venerdì 21 Novembre 2025 alle ore 18.30 presso il PHI Hotel - via dei Billi 2/A di Ozzano dell'Emilia, si terrà una serata in sua memoria.

Introduce Matteo di Oto, Assessore alla Cultura.
Modera Piero Di Domenico, giornalista.

Intervengono:
Albertina Soliani
, Senatrice della Repubblica e Vicepresidente nazionale di ANPI;
Simona Lembi
, Consigliera della Regione Emilia-Romagna.
Benedetta Tobag
i, scrittrice e storica.
Cinzia Venturoli, Prof.ssa di Storia contemporanea Università di Bologna.
Flavia Valentini
, figlia di Gina Negrini.

Letture a cura del Gruppo di Lettura della Biblioteca.

A seguire possibilità di aperitivo (12 euro per persona, da versare all'ingresso, SU PRENOTAZIONE)

Evento in collaborazione con Libreria Atlantide.


Chi era Gina Negrini

Gina Negrini, «Tito», da Guglielmo e Laura Grandi; nata il 25 agosto 1925 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Operaia.

Gina Negrini nasce in via Sant’Apollonia, una stradina nel cuore di San Vitale, un quartiere popolare del centro storico di Bologna. “Sporco e decrepito”, come ricorderà lei a distanza di anni, “litigioso e sfottente e, nonostante gli stracci, allegro dell’amara allegria della miseria”. Fin da piccola dimostra di avere un carattere deciso e poco disposto alle mezze misure. Abbandonata dal padre, è sua madre a tirarla su come può, nonostante la povertà e i periodici ricoveri in sanatorio causati dalla tubercolosi. Quando la bambina ha sette anni, suo malgrado, è costretta a mandarla in un collegio femminile.
Dopo una burrascosa “cattività” durata un quinquennio, non ancora quattordicenne, Gina trova lavoro nella fabbrica dove è impiegata anche sua madre. Producono astucci per gioielli: un ambiente malsano, avvelenato dalle esalazioni delle colle e dalle angherie della padrona. La ragazza ha lasciato la scuola prima del tempo, ma, appena riesce, utilizzando i suoi risparmi, prende a noleggio dei libri da una biblioteca circolante. Ama le storie di avventura e di rivalsa raccontate da Puskin, Kipling e Salgàri, adora le ricostruzioni storiche di Victor Hugo, così piene di passione, ma non si fa alcun problema a mescolarle con le passioni più semplici e immediate di un’autrice “per sole donne” come Liala.
È cresciuta in fretta la bambina di via Sant’Apollonia ma, anche come giovane donna, è costretta a dimenticare la spensieratezza. C’è un padre che si rifà vivo dopo anni di assenza e tenta di abusarla. E poi c’è la guerra, con i suoi piccoli e grandi orrori quotidiani. Quando un bombardamento sulla stazione di Bologna devasta un treno carico di cibo in scatola per il fronte e la gente affamata si riversa sui binari per portar via qualcosa, la polizia spara a vista. A terra, uccisa, rimane una giovanissima operaia che lavora con Gina. È come una scossa di terremoto: “Per la prima volta pensai agli altri”, racconterà. “Mi resi finalmente conto di non avere il monopolio di tutte le disgrazie. Anche chi mi stava attorno soffriva come me e più di me. E moriva!”. Se già da tempo sopportava male una società che faceva propri dei principi che la umiliavano come donna e come essere umano, ora l’insofferenza covata dentro lascia il posto alla rivolta aperta.
Dopo l’armistizio firmato con gli anglomericani l’8 settembre 1943 e l’inizio della guerra civile, la diciottenne Gina Negrini si unisce ai partigiani della brigata comandata da Aroldo Tolomelli. Il nome in codice che le viene assegnato è “Tito”.
Divenne staffetta del comando della div Bologna tramite un parente, Giacomino Masi. Partecipò allo scontro tra partigiani e nazifascisti che si svolse a Sabbiuno (Castel Maggiore) dove cadde Franco Franchini.
A nove giorni dalla liberazione di Bologna venne arrestata e trattenuta in cella nel Palazzo del Governo, sede della questura della RSI; venne liberata fortunosamente il 20 aprile 1945.
Riconosciuta partigiana con il grado di sottotenente nel CUMER, dall’1 ottobre 1944 alla Liberazione.
Ha reso testimonianza della sua vita nel volume "II sole nero" (Bologna, Cappelli, 1969). 
Ha pubblicato numerose opere, tra cui: "Nei panni dell’eroe" (Milano, Mursia, 2001),

Indirizzo

Via Dei billi, 2A, 40064 Ozzano dell'Emilia BO, Italia

Mappa

Indirizzo: Via Dei billi, 2A, 40064 Ozzano dell'Emilia BO, Italia
Coordinate: 44°26'26,8''N 11°29'7,1''E Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)

Modalità di accesso

Libero

Costo

Gratuito

Per info: 051/791370 - biblioteca@comune.ozzano.bo.it

Allegati

Documenti

Organizzato da

Biblioteca comunale "8 marzo 1908"

Ultimo aggiornamento pagina: 17/11/2025 08:07:16

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